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Morì dopo banale incidente, si aggrava posizione dell'indagato

E' stata un'insufficienza respiratoria, collegata al trauma riportato nell'incidente stradale, a causare la morte di Davide Iaccarino, il 22enne di Casarano deceduto il 21 gennaio 2010. A stabilirlo la consulenza del medico legale

 

LECCE – E’ stata un’insufficienza respiratoria, collegata al trauma riportato nell'incidente, a causare la morte di Davide Iaccarino, il 22enne di Casarano deceduto in circostanze sospette all'alba del 21 gennaio 2010. A stabilirlo la consulenza medico-legale (con i risultati dell’autopsia e degli esami istologici e tossicologici) depositata nei giorni scorsi dal dottor Roberto Vaglio.

Iaccarino era stato ricoverato nel reparto di ortopedia dell'ospedale “Ferrari” di Casarano a seguito di una frattura al femore riportata in un incidente stradale avvenuto cinque giorni prima. Un banale incidente come tanti, di quelli che comunemente avvengono nei centri abitati. Il giovane quella domenica mattina si trovava sul sedile posteriore, nella vettura guidata dal padre, quando avvenne l'impatto con un altro veicolo. Dopo cinque giorni di agonia, però, la situazione clinica del 22enne si complicò, tanto da provocare la morte.

Sulla vicenda, dopo l’esposto presentato in Procura dai genitori della vittima, assistiti dall’avvocato Alberto Chiriacò, il magistrato di turno, il sostituto procuratore Guglielmo Cataldi, aveva aperto un fascicolo. Il pubblico ministero aveva quindi disposto l’autopsia, un passaggio fondamentale per comprendere se la morte del giovane casaranese fosse da imputare a una presunta negligenza da parte dei medici o come correlazione diretta con l'incidente stradale.

La consulenza del medico legale sembra però fugare definitivamente l’ipotesi di colpa medica. Il dottor Vaglio, infatti, ha stabilito che il decesso è avvenuto a causa di una “sindrome da distress respiratorio”, una grave forma d’insufficienza respiratoria che si associa spesso agli eventi traumatici (soprattutto in occasione di fratture delle cosiddette ossa lunghe). Si tratta dunque di una complicanza delle fratture che in molti casi può provocare la morte. Sembrerebbe dunque aggravarsi la posizione del conducente dell’altra auto coinvolta nel sinistro, già iscritto nel registro degli indagati.

Secondo la ricostruzione della dinamica dell’incidente operata dalle forze dell’ordine, infatti, l’uomo avrebbe travolto il mezzo in cui viaggiava la famiglia del giovane deceduto. Il fatto avvenne, oltretutto, in una strada privata nella quale l’indagato non si sarebbe dovuto trovare. I risultati della consulenza e gli altri atti del procedimento sono ora al vaglio del magistrato titolare del fascicolo, che valuterà se procedere nei confronti dell’unico indagato.

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