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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Biomasse a Casarano: è ancora scontro tra "sì" e "no"

L'oncologo Serravezza torna sul caso della centrale a biomasse e ribadisce i rischi per la salute delle emissioni e quanto il Salento si sia già compromesso. Ma i pareri restano ancora discordanti


CASARANO - Dire no alla centrale delle biomasse per difendere la propria salute. L'appello arriva dall'oncologo e presidente della sezione provinciale Lilt (Lega italiana lotta timori), Giuseppe Serravezza, che evidenzia, come già fatto nel recente passato, la contraddittorietà e la pericolosità delle centrali a biomasse (olio di girasoli), con particolare riferimento all'impianto industriale che si vuole realizzare a Casarano, "Heliantos 2" della società Italgest Energia.

La Lilt interviene come "associazione portatrice di interessi diffusi sul territorio, quali quello della salvaguardia della salute": "Altri meglio di noi- afferma Serravezza - sottolineeranno le tante ragioni che giocano a sfavore della realizzazione di simili impianti, come il danno ambientale, quello alle colture agricole, la svalutazione dei terreni e dei patrimoni abitativi circostanti l'impianto, la scarsissima ricaduta occupazionale, ecc. Noi vogliamo nuovamente richiamare l'attenzione dei cittadini, delle famiglie e delle Istituzioni sui rischi per la salute".

"Centrali come quella che si vuole realizzare a Casarano, infatti, bruciando combustibili - evidenzia l'oncologo -, emettono notte e giorno nell'aria, attraverso i loro camini, numerose sostanze nocive (nanoparticelle, Co2 , particolato, idrocarburi policiclici aromatici, biossido d'azoto, formaldeide, acroleina, ecc.), che poi in gran parte andranno a contaminare i terreni, le falde acquifere ed entreranno nel ciclo alimentare. È facile intuire quali saranno gli effetti di tutto ciò sulla salute nostra e su quella dei nostri figli: nel tempo avremo un aumento di malattie, in particolare tumori, in quanto molte delle sostanze che abbiamo ricordato sono notoriamente cancerogene".

Serravezza sottolinea come sia scientificamente appurato che ormai che il 90% dei casi di cancro sia dovuto all'azione di fattori di rischio presenti nell'ambiente, "coi quali quotidianamente veniamo in contatto, e che, in prosieguo tempo, traducono il danno alle cellule in malattia conclamata": "Il Salento - prosegue -, fino a 20-30 anni fa, era un'area relativamente risparmiata dal cancro, con una mortalità ridotta del 25-30% rispetto al Nord. Oggi invece, vedi i dati dell'Osservatorio Epidemiologico della Regione Puglia, fa registrare un preoccupante aumento dei casi e dei morti per tumore, che sta annullando del tutto quella differenza. Addirittura, tra le province pugliesi, quella di Lecce presenta un picco per alcune forme di cancro (polmone, vescica e leucemie)".

"Ciò vuol dire - aggiunge - che, se da noi, fino a pochi anni fa, il tumore era più raro che al Nord, qualcosa deve averci protetto; e che se ora i casi sono in aumento, qualcosa di nuovo deve essere subentrato. Pensiamo in proposito all'ultimo rapporto regionale dell'Arpa Puglia sulle emissioni industriali in Puglia, redatto sulla base dei dati Ines: la concentrazione di inquinanti industriali nell'atmosfera della nostra regione (diossina, Co2 , ossidi di azoto e di zolfo, benzene, monossido di carbonio, Pm, idrocarburi policiclici aromatici) è la più alta a livello nazionale. Stando così le cose, se andiamo ad aggiungere nuove fonti di emissione, come le centrali a biomasse, andremo ad aggravare ulteriormente una situazione gravemente compromessa dal punto di vista dell'ambiente e della salute. Avremo un'aria, un'acqua ed una terra ancor più inquinate, avremo prodotti agricoli sempre più a rischio, con tracollo lavorativo di chi da quei prodotti trae il proprio sostentamento (vedi il caso dell'area intorno alla Centrale di Cerano, a Brindisi, ove per un vasto raggio il Sindaco ha proibito le colture, a causa dei terreni avvelenati), avremo animali ammalati e da abbattere in massa perché pericolosi (vedi il caso della Copersalento a Maglie), avremo sempre più persone (e sempre più in giovane età, a cominciare dai bambini) colpite dal cancro".

Serravezza invita pertanto a porsi l'interrogativo se valga davvero più il "profitto ad ogni costo, peraltro al di fuori di qualsiasi reale necessità della comunità, di fronte ad una popolazione sempre più malata?" "Progresso e Sviluppo - dichiara - sono tali se tutelano la vivibilità di un territorio e la salute delle persone che vi abitano. Altro, è solo danno, quasi sempre irreparabile".

Ma sul tema delle biomasse, interviene anche l'assessore all'ambiente del comune di Casarano, Attilio De Marco, che chiede di porre un freno al "tifo politico", evidenziando che da amministratore sia prioritaria la "strategia complessiva" che riguarda un quinquennio: "Per questo motivo - dichiara - non intendo né inseguire gli umori della piazza, né governare il mio assessorato con autoreferenzialità. Il mio settore (ambiente) è crocevia di scelte importanti. Io credo che la questione biomasse avrebbe avuto minor risonanza pubblica se non fosse stata collegata al fratello del sindaco De Masi e questo è palese a tutti. Questa mia convinzione viene riconfermata ogni giorno dalle notizie che mi giungono".

"Non ho visto altrettanto interesse e ‘astio' - ribadisce - per ciò che riguarda le vicende ‘radio farmaci', ‘sansificio' e ‘industria pellami'. Io non ci sto a farmi tirare per la giacchetta da livorosi ecologisti dell'ultima ora, che cavalcano le paure della gente per meri fini politici. Avrei apprezzato l'apertura di un dibattito complessivo con la richiesta di condividere - maggioranza, opposizione e cittadinanza - le scelte strategiche per lo sviluppo e la riconversione dell'economia casaranese".

De Marco prega di ragionare sui "fatti e su una valutazione equilibrata dei pro e dei contro di ogni progetto": "Ho chiesto ed ottenuto - dichiara - , e per questo ringrazio i colleghi amministratori, che mi venisse demandato il compito di ‘interrogare' l'Ente Provincia al fine di conoscere quanti e quali impianti siano stati autorizzati o siano in corso di autorizzazione intorno al nostro territorio. Le domande, infatti che ogni amministratore, ogni ecologista come ogni cittadino responsabile dovrebbe porsi sono le seguenti: quanti impianti hanno emissioni nell'atmosfera? Che cosa emettono?"

Nel suo "ruolo di garante a tutela dell'ambiente", De Marco invita tutti alla calma, facendo appello a quanti "hanno la mente sgombra da fini propagandistici ed elettoralistici" sperando di "continuare ad averli affianco nel percorso dal sottoscritto intrapreso, nel settembre dello scorso anno, condiviso da amici dell'opposizione di sinistra, componenti del ‘comitato per la tutela dell'ambiente'": "Sono certo - afferma - che menti intellettualmente libere e sgombre da ogni condizionamento esterno potranno starmi accanto nelle delicate scelte che un amministratore deve compiere erigendosi a garante dei cittadini prima di tutto e poi degli imprenditori, oggi protagonisti ma anche di coloro che domani lo diverranno e che agiscono ed agiranno nel rispetto della legge e dell'Ambiente".

"Io vado a biomasse": "No alle sigarette, sì alle biomasse"

Ma dal blog "iovadoabiomasse" arriva una nuova singolare iniziativa a sostegno appunto delle biomasse, con la distribuzione di un volantino di informazione, dive si legge: "La violenta ed imponente campagna mediatica in atto contro le biomasse e contro la ‘pagliuzza' delle emissioni che un impianto alimentato con queste fonti energetiche pulite e rinnovabili potrebbe produrre, rischia di distogliere l'attenzione dei cittadini e delle istituzioni da quella ‘trave', che causa l'80% dei tumori polmonari, che è responsabile del 30% delle morti per cancro nel mondo, che provoca più decessi di alcol, aids, droghe, incidenti stradali, omicidi e suicidi messi insieme, ossia il tabacco".

Dal blog specificano che quando si parla di tumori del polmone, del cavo orale, della faringe e della vescica "si dovrebbe prima di tutto sapere e far sapere che i veri ‘mostri' sono le sigarette e non gli impianti a biomasse": "Tanto più - spiegano i gestori del blog ed autori del volantino - che, come ha recentemente ricordato Umberto Veronesi, da poco rieletto alla carica di Presidente del Comitato Scientifico Nazionale della Lilt, la parte di tumori dovuti all'inquinamento atmosferico ‘è minima' ed i combustibili fossili (cioè carbone, gas e petrolio) ne sono i ‘principali responsabili'".

Per questo da "iovadoabiomasse" si ribatte che la lotta al fumo dovrebbe rappresentare la madre di tutte le battaglie in tema di educazione sanitaria e prevenzione primaria, in quanto l'astensione dal fumo rappresenta "l'unica e vera prevenzione attuabile": "Secondo Umberto Veronesi - chiariscono -, le principali cause che provocano i tumori sono ‘prima di tutto l'alimentazione, che è all'origine del 30-35% dei casi di tumore, poi il fumo (un fattore assolutamente controllabile, anzi eliminabile, che paradossalmente è responsabile addirittura del 30% delle morti per cancro nel mondo'".

In base, dunque, all'analisi di quanto ribadito da alcuni dottori favorevoli alle biomasse, dal blog si insiste ad affermare che "se tutti i no alle biomasse diventassero dei no alle sigarette, se tutti i comitati contro le biomasse diventassero dei comitati contro il tabagismo, se alla lotta al fumo si destinasse anche solo una minima parte delle azioni e delle iniziative messe in campo per demonizzare le biomasse, quanti rischi reali si potrebbero scongiurare?".

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